Siamo vergini consacrate nel mondo, unite a Cristo con solenne rito nuziale celebrato pubblicamente dal Vescovo diocesano e, perciò, immagine visibile dell’amore sponsale tra il Signore e la Sua Chiesa, “che volle vergine, sposa e madre: vergine per l’integrità della fede, sposa per l’indissolubile unione con Cristo, madre per la moltitudine dei figli” (omelia del rito di consacrazione, n. 16).
Il mistero dell’amore di Cristo e la Sua chiamata personale fa della vergine consacrata un segno profetico ed una testimonianza del Regno, anticipazione viva e concreta di quel futuro in cui “l’umanità stessa diverrà un’oblazione accetta a Dio” (Gaudium et spes, n. 38).
La verginità è un dono che viene dall’alto, che ha la sua patria nel Cielo e la sua fonte in Dio stesso, che chiama le vergini per un disegno d’amore, per unirle più intimamente a Sé. L’Ordo Virginum ha come sorgente ed immagine unicamente la Chiesa, con il Vangelo, il Magistero e tutta la pienezza della sua spiritualità.
La vergine consacrata riceve un riconoscimento pubblico dalla Chiesa e vive la secolarità a partire dalla sua consacrazione: cioè, non ha una missione specifica o un carisma particolare, ma vive in pienezza nel mondo, “trasfigurando” alla luce di Cristo la quotidianità di una vita ordinaria (lavoro, casa, famiglia, amicizie, impegno parrocchiale, civile o quant’altro), e portando ovunque “il buon profumo di Cristo”.