In Paradiso ti accolgano gli angeli e i santi: ti accolgano nella pace di Dio.
Ti accolgano gli angeli e ti portino al trono di Dio: tu possa sentire la sua voce di Padre benigno.
Ti accolgano i martiri: e con questi fratelli più forti tu possa aver parte alla gloria che Cristo ci ha dato.
Ti accolgano i poveri: e con Lazzaro, povero in terra, tu possa godere tutti i beni eterni del cielo.
Ti accolga la Vergine Maria, dolce Madre di Cristo qui in terra: tu possa abitare con la dolce tua Madre del cielo.
Ti accolga il Signore Gesù Cristo, tuo Sposo e Salvatore: tu possa vedere il suo volto splendente di gloria.
“La preghiera è data a chi prega”
Con questa affermazione, semplice ma profonda, di un santo monaco del Monte Athos, ho sintetizzato per me e per il popolo di Dio, il messaggio della scrittura di domenica scorsa, 23 Ottobre, in occasione del momento di preghiera e testimonianza in preparazione alla consacrazione della nostra sorellina Teresa.
La preghiera a Dio come respirazione d’amore si fa sempre più pura e autentica se è sorretta dalla fedeltà quotidiana, ma anche da quel desiderio di stare in disparte con Lui, con lo Sposo. Questo respiro d’amore diventa connaturale nel tempo e il colloquiare con Lui familiare in ogni momento.
Tommaso da Celano descrive con un’immagine suggestiva, la preghiera di San Francesco: “Non era tanto un uomo che prega, quanto piuttosto egli stesso trasformato in preghiera” (FF 692). Cosa comunica a noi oggi questa immagine se non l’invito a rivedere quello che avviene nel nostro colloquio interiore? E, soprattutto, con quale spirito ci accostiamo alla preghiera come ricerca di Dio e come viviamo questi momenti con Lui?
Talvolta dalla preghiera ci attendiamo risposte e frutti immediati, tangibili, ma non sempre è così. Siamo chiamati a lasciarci guidare, accompagnare dallo Spirito Santo che ci dispone ad un incontro sempre nuovo con Dio; e in questa novità c’è spazio anche per l’aridità e la fatica nel pregare. Solo così cresciamo nella libertà interiore e la preghiera si fa più profonda, verace, aperta e pronta ad accogliere.
Questa prerogativa è di ogni cristiano che si mette in cammino e va diritto alla meta. Anche nell’istruzione sull’Ordo Virginum (Ecclesiae Sponsae Imago) al numero 86, viene indicata come rilevante per questa particolare scelta “la cura della dimensione contemplativa della vita e la fedeltà alla disciplina spirituale, ai tempi di preghiera, ai suoi ritmi e alle sue varie forme”.
Stare con Gesù nella preghiera è vivere in pienezza la nostra vita cristiana con passione e coraggio. Sarebbe triste e riduttivo precluderci questo cammino!
Padre Leone